Lorenzo Finocchi Ghersi: La “via Lattea” di Giorgione a Castelfranco e un’ipotesi per la committenza della Pala in San Liberale (Estratto dal fasc. 14)

    

L’articolo è diviso in due parti nelle quali sono indagate due opere pittoriche, entrambe a Castelfranco Veneto, ritenute autografe di Giorgione: la pala con la Sacra Conversazione in Duomo e il fregio affrescato con le Arti liberali in casa Marta Pellizzari (oggi Museo Casa Giorgione).
Nella prima parte - sulla base di nuovi documenti inediti, conservati presso l’Archivio di Stato di Venezia e l’Archivio Diocesano di Treviso - viene indagata e datata la costruzione della Cappella di Santa Caterina, che a partire dal 1584 sarà poi dedicata a San Giorgio, in cui era custodita la pala d’altare di Giorgione, riferita dalla critica agli anni 1501-1504. Tuzio Costanzo, il cui stemma campeggia al centro del dipinto, ne è stato finora ritenuto l’unico committente, mosso dalla triste vicenda della prematura morte del figlio Matteo, ma i documenti ritrovati delineano una contesa immediatamente precedente la genesi della pala, di cui sono protagonisti il comandante e patrizio veneziano Cristoforo Moro, il vescovo di Treviso Bernardo de’ Rossi, il prete stampatore Bonino Bonini e il padre tedesco Francesco di Guglielmo da Colonia. Proprio a quest’ultimo sembra possibile ora attribuire la committenza della prima versione della pala, rintracciata in anni recenti al di sotto dello strato attuale, grazie a un restauro conservativo cui è stata sottoposta.

Nella seconda parte dell’articolo viene proposta una nuova lettura del fregio della parete est della sala al primo piano di Casa Marta Pellizzari databile intorno al 1500. Per il complesso programma iconografico, indagato in passato, l’autore propone come fonte ispiratrice il testo di Cicerone In Somnium Scipionis (versione introdotta e commentata da Macrobio), pubblicato a Brescia da Bonino Bonini nel 1483.
L’ipotesi pare confermata, non solo dalla rispondenza tra le immagini e il testo scritto, ma anche dal confronto con alcune incisioni incluse nel volume edito da Bonini di cui si conserva una copia alla Biblioteca Ambrosiana di Milano.



Giorgione’s “via Lattea” in Castelfranco and a Hypothesis for the Commissioning of the Altarpiece in San Liberale

The article, divided into two parts, looks at two painted works, both located in Castelfranco Veneto and both considered to be by Giorgione: the altarpiece with the Sacra Conversazione in the Cathedral and the frescoed frieze of the Arti Liberali in the house of Marta Pellezzari, today Museo Casa Giorgione.
In the first part, based on new and unpublished documents preserved in the Archivio di Stato di Venezia and the Archivio Diocesano di Treviso, the article looks at and dates the construction of the Capella di Santa Caterina, which from 1584 onward was dedicated to Saint George and where Giorgione’s altarpiece (ascribed by art historians to the years 1501–1504) was placed. Tuzio Costanzo, whose coat of arms sits in the middle of the painting, has been considered until now the only one to commission the work, out of grief for the premature death of his son Matteo.
But the recently found documents bring to fore a dispute that occurred just before this between the commander and Venetian aristocrat Cristoforo Moro, the bishop of Treviso Bernardo de’ Rossi, the priest and engraver Bonino Bonini and the German priest, son of Guglielmo from Cologne. It is to the latter that the commisioning of a first version of the altarpiece may be attributed, thanks to traces underneath the present surface that have come to light during recent conservation and restoration work.
In the second part of the article, the author proposes a new reading of the frieze on the east wall of the reception room on the first floor of the Marta Pellizzari house, dating from about 1500. In order to understand the origins of the complex iconographical programme, which has been investigated in the past, the author proposes a reading of Cicero’s piece In Somnium Scipionis (the version with introduction and comments by Macrobio) published in Brescia by Bonino Bonini in 1483.
The hypothesis seems confirmed, not only by the correspondence between the images and the written text, but also by a comparison with various engravings included in the volume published by Bonini, of which there is a copy in the Biblioteca Ambrosiana in Milan.