Paolo Cova: Nuove indagini sulla pittura gotica in San Domenico a Bologna: Jacopo Benintendi detto “il Biondo” e la decorazione pittorica della cappella di Taddeo Pepoli (Estratto dal fascicolo 21)

    

Lo studio che qui presentiamo è l'occasione per ritornare su una notevole testimonianza pittorica relativa alla decorazione parietale gotica della basilica di San Domenico a Bologna. L’affresco strappato con le immagini di San Tommaso d'Aquino e probabilmente di Sant'Antonio Abate proviene dalla prestigiosa cappella di San Michele e rappresenta l’unica testimonianza superstite della sua decorazione pittorica. La motivazione di un suo recupero critico è duplice: prima di tutto per la qualità stilistica intrinseca che l'opera ricopre e, in secondo luogo, per il prestigio della committenza che molto probabilmente sottese alla sua realizzazione. Infatti, la cappella di San Michele in San Domenico ospitò il famoso sepolcro marmoreo di Taddeo Pepoli, e forse anche il Polittico degli Angeli di Giotto. Il rapporto con questa prestigiosa committenza offre la possibilità di una circostanziata datazione dell'affresco tra l'anno della morte del signore di Bologna (1347) e la fine del regime dei suoi figli, costretti in un primo momento a vendere la città ai Visconti (1350) e poi esiliati e imprigionati. Il dipinto murale era già noto, ma con un’attribuzione diversa da quella che si argomenta nel presente lavoro. Il suo spostamento nell'orbita di Jacopo Benintendi detto ‘il Biondo’ è anche l'occasione per ragionare sull'attività di questo importante pittore, padre di Cristoforo, attivo nel contesto bolognese negli ani di Vitale degli Equi. Altresì, il recupero del grande lacerto pittorico strappato e della relativa sinopia, totalmente inedita, ha permesso di elaborare una serie di riflessioni sulla pittura bolognese del Trecento e sulle sue tangenze con la scuola giottesca.

New research on the Gothic painting in the church of San Domenico, Bologna: Jacopo Benintendi (known as “il Biondo”) and the pictorial decoration of the chapel of Taddeo Pepoli

The study presented here is an opportunity to revisit remarkable pictorial evidence of the Gothic wall decoration of the Basilica of San Domenico in Bologna. The detached fresco with the images of Saint Thomas Aquinas and (probably) Saint Anthony Abbot is from the prestigious chapel of Saint Michael, and represents the unique surviving evidence of its pictorial decoration. The motivation for its critical recovery is two–fold: firstly, for its intrinsic stylistic quality, and secondly for the prestige of the patronage that most probably backed its realization. Indeed, the chapel of Saint Michael in San Domenico contained the famous marble tomb of Taddeo Pepoli, and perhaps also Giotto’s Polyptych of the Angels. The relationship with this prestigious clientele offers the possibility of circumscribing the date of the fresco to the period between the death of the lord of Bologna (1347) and the end of the regime of his heirs, who were first forced to sell the city to the Visconti (1350), and were then exiled and imprisoned.The mural painting is already known, but with a different attribution than what is sustained in the present study. Its shift into the orbit of Jacopo Benintendi called ‘il Biondo’ also provides the opportunity to rethink the career of this important artist, father of Cristoforo and a painter active in the Bolognese context during the period of Vitale degli Equi. In addition, the recovery of the large detached pictorial fragment and its relative sinopia — the latter completely new to the literature — permits the author to advance a series of considerations on Bolognese Trecento painting and its points of contact with the school of Giotto.