Antonio Cuccia: Una proposta per Francesco di Valdambrino a Palermo: un Crocifisso e il suo tramite pisano (Estratto dal fascicolo 22-23)

    

La conoscenza di sculture pisane in Sicilia, che aveva individuato un consistente numero di opere medioevali sembrava ormai esaurita; alcuni ultimi studi invece, hanno richiamato l’attenzione su due sculture, questa volta rinascimentali - provenienti dallo stesso ambito pisano - , con la scoperta di un gruppo ligneo di “Dolenti” a Collesano (Palermo), riferiti a Francesco di Valdambrino e alla sua cerchia. Ma, successivamente, ancora più sorprendente si è rivelato il ritrovamento di un Crocifisso ligneo in un ripostiglio della chiesa palermitana di San Domenico, che, dopo un primo intervento di pulitura, ha evidenziato insospettate qualità compositive esternando il suo carattere rinascimentale. È apparso altresì evidente il richiamo, per motivi stilistici ma anche somatici, alla produzione di crocifissi del Valdambrino. La ricerca, in questa sede allargata a tutta la sua produzione e riconsiderata cronologicamente, consente una nuova proposta attributiva del Crocifisso di Palermo allo stesso Valdambrino, probabilmente eseguito a Pisa tra la fine del XIV secolo e gli inizi del XV in concomitanza col gruppo dell’Annunciazione al Museo Nazionale di San Matteo a Pisa ed alle prime opere della sua attività. Alquanto problematica si è rivelata la ricostruzione del percorso seguito dall’opera risultata decontestualizzata dal convento domenicano dove attualmente si trova, ivi pervenuta a seguito dello “sfoltimento” delle innumerevoli opere d’arte pervenute all’allora Museo Nazionale di Palermo a seguito delle leggi di soppressione. Attendibilmente il Crocifisso fu prelevato dalla chiesa dei santi Quaranta Martiri e di San Ranieri alla Guilla ma proviene, a sua volta, dall’omonimo Oratorio dei Nobili Pisani, sempre a Palermo, già ubicato nei pressi dell’antica zona portuale. Proprio alla confraternita che gestiva tale oratorio spetterebbe la committenza significativa di quest’opera direttamente alla madrepatria, con il contributo della cospicua colonia pisana presente a Palermo, dove deteneva il controllo delle attività commerciali grazie ai capitali messi quivi al sicuro dall’imminente caduta di Pisa nel 1406 nelle mani di Firenze.


A Proposal for Francesco di Valdambrino in Palermo: a Crucifix and Its Pisan Intermediary

Scholarship on Pisan sculpture in Sicily, after the individuation of a significant number of medieval works, had appeared dormant. Recently, however, new studies have drawn attention to wood sculptures from the Pisan ambit, though this time from the Renaissance period, with the discovery of a wooden group, Dolenti, in Collesano (Palermo) assigned to Francesco di Valdambrino and his circle. Even more remarkable has been the subsequent discovery of a wooden Crucifix in a storage room of the church of San Domenico in Palermo, with after an initial cleaning revealed unexpectedly uncovered unmistakable Renaissance compositional qualities. Both for its style and somatic features, the relationship of this work to the crucifixes of Valdambrino has become equally evident. Research on this material, expanded in the article to encompass the whole of the latter’s production as well as its chronology, has enabled the author to propose a new attribution to Valdambrino of the Crucifix in Palermo, a work probably executed in Pisa at the end of the fourteenth and beginning of the fifteenth century in conjunction with the Annunciation group in the Museo Nazionale di San Matteo in Pisa, as well as with other early works by the artist. The provenance of the Crucifix has been problematic to reconstruct given its current decontextualized presence in the Dominican convent where it was brought in the period following the suppression of religious institutions when innumerable works of art were amassed in Museo Nazionale di Palermo and then redistributed. It is likely that the Crucifix was taken from the church of the Santi Quaranta Martiri e di San Ranieri alla Guilla, but that it had been previously brought there from the homonymous Oratorio dei Nobili Pisani in Palermo, originally located near the old harbor. The confraternity in charge of the oratory was likely responsible for the commission of this important work directly from the mainland, with the financial support of the sizeable colony of Pisans then present in Palermo, which controlled commerce underwritten by capital transferred to Palermo from Pisa for safekeeping prior to the city’s fall to the Florentines in 1406.