Andrea Dari: L’altare maggiore del Duomo di Faenza e il cardinale Carlo Rossetti: un’opera trascurata di Carlo Fontana in Romagna (Estratto dal fascicolo 25)

    

Il ritrovamento del contratto di appalto, con cui il cardinale Carlo Rossetti (Ferrara 1614 – Faenza 1681) affida allo scalpellino Giovanni Battista Cavalieri l’erezione del nuovo altare maggiore della Cattedrale di Faenza (1681), offre la possibilità di analizzare, a partire da fonti archivistiche, un’opera dimenticata, progettata da Carlo Fontana per le legazioni romagnole. Si tratta di un’opera da secoli fortemente alterata dopo il ricollocamento nel braccio sinistro del transetto della stessa chiesa (1699) e le successive modifiche causate dalle integrazioni occorse in seguito alla sua fusione con l’altare della Madonna delle Grazie proveniente dalla chiesa faentina di San Domenico (1763).
Anche attraverso un puntuale confronto con opere e disegni di Fontana, si è formulata un’ipotesi di ricomposizione dell’altare, affrontando il tema sul piano stilistico, semantico e grafico, e ripercorrendo le fasi costruttive e le intricate vicende successive, fino agli ultimi interventi novecenteschi.
Contestualmente, si è posta l’attenzione sull’attività, a tutti gli effetti imprenditoriale, della bottega dei fratelli Giovanni Battista e Bartolomeo Cavalieri, scalpellini veneziani, focalizzando l’attenzione sulle loro opere faentine e sul ruolo svolto da alcuni scultori veneti di qualità gravitanti nella loro orbita di costruttori di altari di pietra.


The High Altar of the Faenza Cathedral and Cardinale Carlo Rossetti: A Neglected Work by Carlo Fontana in the Romagna


The rediscovery of the contract in which Cardinal Carlo Rossetti (Ferrara 1614–Faenza 1681) commissioned the stonemason Giovanni Battista Cavalieri with the construction of a new high altar in the cathedral of Faenza (1681) provides the opportunity for analyzing a forgotten work designed by Carlo Fontana for the legations of the Romagna, on the basis of archival sources. The work in question has been radically altered over many centuries, starting from its redeployment in the left transept arm of the church (1699) and subsequent modifications caused by additions necessitated by its fusion with the altar of the Madonna delle Grazie from the Faentine church of San Domenico (1763).
A detailed comparative analysis with works and drawings by Fontana has also contributed to the formulation of a hypothetical reconstruction of the altar, addressing the issue on levels of style, semantics and the evidence of graphic art, and retracing the construction phases and intricate subsequent vicissitudes up to the latest changes made in the twentieth century.
At the same time attention has been placed on the entrepreneurship activity of the workshop of the Venetian stonemasons Giovanni Battista and Bartolomeo Cavalieri, focusing on the brothers’ Faentine works and on the role played by several high–quality Venetian sculptors who gravitated in their orbit as builders of stone altars.