Fernando Loffredo: Sulle origini e la sistemazione del monumento di Pedro de Toledo in San Giacomo degli Spagnoli a Napoli (Estratto dal fascicolo 26)

    

Questo articolo intende far luce sulla gestazione e in particolar modo sul processo di installazione del monumentale sepolcro del viceré Pedro de Toledo e di sua moglie María Osorio Pimentel nell’abside di San Giacomo degli Spagnoli a Napoli. Tra i progetti scultorei più ambiziosi e complessi del pieno Cinquecento, la tomba era destinata in origine alla Spagna, come ricorda anche Vasari, e precisamente alla chiesa del feudo di Villafranca del Bierzo. Grazie a un’attenta analisi della corrispondenza tra il figlio di Pedro, Garzia de Toledo, e l’abate Mateo Coll è possibile ripercorrere le tappe che portarono alla definitiva disposizione della tomba nell’abside della chiesa della nazione spagnola intorno al 1572. L’impegnativo innesto, che implicò la risistemazione dell’area presbiteriale, fu giustificato dall’abate Coll scomodando i più alti esempi di scultura funeraria rinascimentale, tra cui la lapide di Martino V Colonna in San Giovanni in Laterano e la tomba di Paolo III in San Pietro in Vaticano. Si giungeva a una decisione sulla collocazione dopo circa vent’anni dalla realizzazione dell’opera da parte di Giovanni da Nola. Questo limbo aveva comportato il danneggiamento di alcuni putti, che dovevano trovarsi sul basamento funerario ed oggi non esistono più, ma sono ancora visibili in una stampa della Guida de’ forestieri di Pompeo Sarnelli (1685).    


On the inception of the funerary monument of Pedro de Toledo and its arrangement in San Giacomo degli Spagnoli in Naples

This article aims to clarify the evolution, and particularly the installation process of the monumental tomb of the Neapolitan viceroy Pedro de Toledo and his wife María Osorio Pimentel in the apse of San Giacomo degli Spagnoli in Naples. One of the most ambitious and complex sculptural projects of the mid–sixteenth century, the tomb was originally intended for a Spanish site, as Vasari, too, records, namely the church of the feud of Villafranca del Bierzo. Through a careful analysis of correspondence between Pedro’s son Garcia de Toledo, and abbot Mateo Coll, it has been possible to retrace the steps that led to the final arrangement of the tomb in the apse of the Spanish national church around 1572. The difficulties entailed by its insertion, which involved the reorganization of the presbytery, were justified by abbot Coll by invoking the most renowned examples of Renaissance funerary sculpture, such as the tomb slab of Martin V Colonna in Saint John Lateran and the tomb of Paul III in St. Peter’s in the Vatican. The decision for its placement was reached about twenty years after the completion of the work by Giovanni da Nola. This limbo period had resulted in damage to several of the putti intended for placement on the tomb’s base and which are no longer extant today, but can still be seen in an engraved illustration in Pompeo Sarnelli’s Guida de’ forestieri (1685).