Anna Melograni: «Per non ricordare invano». Il ‘Diario’ di Pasquale Rotondi e la corrispondenza con i colleghi delle Soprintendenze e la Direzione Generale delle Arti,1940–1946 (Estratto dal fascicolo 27)

    

L’articolo pubblica per la prima volta in forma integrale il Diario di Pasquale Rotondi sugli anni della Seconda Guerra Mondiale, durante i quali diresse la Soprintendenza alle Gallerie di Urbino, e la relativa corrispondenza con i soprintendenti alle Gallerie del Veneto, della Lombardia e  del Lazio, da un lato, e la Direzione Generale delle Arti, dall’altro. Nella documentazione raccolta presso l’Archivio Centrale dello Stato di Roma è descritto il salvataggio di molte opere d’arte italiane non solo statali: dal Tesoro di San Marco ai dipinti di Caravaggio delle chiese romane, dai capolavori della Pinacoteca di Brera a quelli delle Gallerie veneziane, dalle opere della Corsini alle collezioni del Castello Sforzesco. Il diario e le lettere narrano il modo in cui Rotondi li nascose nei ricoveri di Urbino, Sassocorvaro e Carpegna, prima del loro trasferimento a Roma e in Vaticano. Del tutto inedito è il racconto corale di questo salvataggio – i cui fatti sono ormai noti grazie ad una consistente bibliografia ­­– attraverso le parole degli stessi protagonisti. Ne emerge un’incredibile vicenda umana che va raccontata per non dimenticare quanto siamo loro debitori.



«To not remember in vain»: the Diario of Pasquale Rotondi and his correspondence with colleagues

in the Superintendencies and the Direzione Generale delle Arti (1940–1946)

The article publishes for the first time in their entirety the
Diary of Pasquale Rotondi from the World War II years, when he was director of the Soprintendenza alle Gallerie di Urbino, and his correspondence with supervisors of the Veneto, Lombardy, and Lazio galleries, on one hand, and the Direzione Generale delle Arti, on the other. Described in the documentation of the Archivio Centrale dello Stato in Rome is the rescue of many works of Italian art, and not only those which were state–owned: from the Treasury of San Marco to the Caravaggio paintings of Roman churches, from the masterpieces of the Pinacoteca di Brera to those of the Gallerie of Venice, from the Corsini collection to the works of Castello Sforzesco. The diary and letters narrate how Rotondi hid them in shelters in Urbino, Sassocorvaro and Carpegna before their transfer to Rome and then to the Vatican. Totally new is the choral account of the rescue — the facts of which are already known thanks to the many publications on the topic — in the words of the protagonists themselves. What emerges is an incredible chapter in human history that must be told in order not to forget how indebted to them we are.