Luca Di Franco: Un altare telesino nel Museo del Sannio a Benevento. Contributo all’iconografia di Pan e le Ninfe nelle produzioni neoattiche (Estratto dal fascicolo 29)

    

Il Museo Provinciale del Sannio custodisce diversi frammenti marmorei decorati a rilievo, che sulla base di elementi stilistici, iconografici e formali, possono essere ricondotti ad uno stesso manufatto, riconoscibile come un altare circolare. La scena riproduce, secondo modalità compositive e stilistiche riferibili alla scuola cosiddetta neoattica, un soggetto caro alla tradizione classica, vale a dire la danza di Pan e le Ninfe. Grazie ad un puntuale confronto con un altare circolare conservato presso il Museo Gregoriano Profano, si è proposta una ricostruzione nella quale Pan è a capo delle canoniche tre Ninfe, secondo un'iconografia che adotta schemi compositivi nuovi ed eclettici. Gli esemplari del Vaticano e di Benevento costituiscono repliche di un modello realizzato sulla base di prototipi di IV secolo a.C. in una bottega di epoca tardo-repubblicana e aggiungono un nuovo tassello nell’iconografia delle danzatrici del repertorio neoattico. La tipologia dell’altare beneventano, che rientra in una categoria di altari spesso diffusa nella decorazione di teatri romani, ha offerto lo spunto per una proposta di provenienza dei frammenti dal teatro di Telesia, città romana nella quale i dati d’archivio collocano il rinvenimento dei frammenti.

An Altar from ancient Telesia in the Museo del Sannio in Benevento:
a contribution to the iconography of Pan and the Nymphs in Neo–Attic art

In the article, several marble fragments with relief decoration in the Museo Provinciale del Sannio are identified as having been elements of a single artefact, recognizable as a circular altar on the basis of stylistic, iconographic and formal elements. Applying compositional and stylistic approaches referable to the Neo–Attic school, the reliefs represent a subject dear to the classical tradition: the dance of Pan and the nymphs. With the aid of a close comparison of the fragments to a circular altar in the Museo Gregoriano Profano, the author proposes a hypothetical reconstruction of the Beneventan altar in which Pan is leading the three canonical nymphs, a visual organization that adopts new and eclectic compositional methods. The Vatican and Beneventan exemplars both constitute replicas of a model realized in a late Republican workshop on the basis of 4th century B.C. prototypes, and they introduce a new key to the Neo–attic iconographic repertory of dancing nymphs. The Beneventan altar that represents a typology widely utilized for the decoration of Roman theaters, enables the author to suggest the provenance of the fragments as the theater of  Telesia, the ancient Roman city where archival documents indicate the fragments were excavated.