Patrizia Cappellini: Attorno all'acquisizione delle antichità prenestine Barberini: nuovi margini di narrazione a partire dalla fotografia (Estratto dal fasc. 31)

    

Nel 1908, al termine di una complessa trattativa, lo Stato italiano acquista dall’antiquario fiorentino Elia Volpi la collezione di antichità prenestine Barberini che venne collocata nel Museo di Villa Giulia a Roma. La ditta Alinari dedicò alle antichità Barberini una serie di ventotto fotografie pubblicate nel 1911, nel catalogo commerciale sulle gallerie e i musei romani, ventisette esemplari delle quali sono stati rinvenuti nel fondo fotografico dell’antiquario Volpi. Un’altra importante campagna fotografica dedicata a questi oggetti era stata affidata a Carlo Carboni del Gabinetto Fotografico per illustrare un contributo dello studioso Alessandro Della Seta pubblicato nel 1909 sul Bollettino d’Arte del Ministero della Pubblica Istruzione. Entrambe le serie fotografiche propongono letture e interpretazioni degli oggetti assai diverse tra loro. Il presente contributo intende proporre un confronto tra le due campagne fotografiche e tra due diversi metodi d’analisi e d’interpretazione. Avvalendosi di documenti in gran parte indediti, mira altresì a ricostruire una vicenda intrecciata e collaterale a quella inerente l’acquisto dei reperti Barberini e a formulare alcune ipotesi circa la committenza e la corretta datazione della serie fotografica Alinari.

Around the Acquisition of the Barberini Antiquities from Palestrina:
New Margins of Narration Departing from Photography


In 1908 at the end of complex negotiations the Italian State acquired the Barberini collection of Palestrina antiquities from the Florentine antiquarian Elia Volpi, placing it in the Museo di Villa Giulia in Rome. The Alinari firm dedicated a series of 28 photographs to the Barberini antiquities, which were published in 1911 in their commercial catalogue on Rome’s galleries and museums. Twenty–seven copies of this publication have been found in the Volpi antiquarian photo archives. Another important campaign of photography dedicated to these objects was made by Carlo Carboni of the Gabinetto Fotografico to illustrate a publication by the scholar Alessandro Della Seta that appeared in 1909 in the
Bollettino d’Arte del Ministero della Pubblica Istruzione. The two photographic series offer quite dissimilar interpretations of the objects. In the present essay the author presents a comparison between the two photographic campaigns and their differing analytic and interpretive methodologies. Moreover, making use of largely unpublished documents, she aims to reconstruct the complex and multilayered circumstances behind the purchase of the Barberini archaeological finds and to formulate several hypotheses regarding the patronage and the correct dating of the Alinari photographic series.