Andrea Dari: Da Giovanni Battista Torri a Pietro Tomba: il «nobile disegno» del Palazzo Mazzolani di Faenza (Estratto fdal fasc. 31)

    

Il palazzo faentino dei conti Mazzolani, famiglia romagnola di antica origine, presente a Faenza dal Cinquecento, rappresenta uno straordinario cantiere nella Romagna di fine Seicento. Il rinvenimento di molto materiale documentario conservato presso l’Archivio di Stato di Ravenna ha permesso di ripercorrerne le vicende costruttive e di acquisire consapevolezza, anche attraverso i numerosi disegni di progetto inediti (piante dell’edificio e schizzi delle decorazioni architettoniche, pittoriche e plastiche), del valore di questo esempio di architettura “romana” di provincia, assegnando al bolognese Giovanni Battista Torri (1637–1706) e al suo studio (Carlo Perti) la progettazione dell’edificio e a maestranze di origine ticinese (Morelli, Trifogli e altri) l’esecuzione dei lavori.  Anche attraverso i rapporti di parentela dei Mazzolani con famiglie presenti a Roma (Spada e Ginnasi), si è tentata una lettura delle derivazioni del palazzo da modelli della capitale, in particolare, ma non solo, a partire dal classicismo di Orazio Torriani e di Domenico Paganelli. Tra gli interventi decorativi spiccano quelli del bolognese Giuseppe Maria Tinti e del ticinese Antonio Martinetti (stuccatori), dello scalpellino friulano Girolamo Bertos e di numerosi pittori, tra cui Ercole Gaetano Bertuzzi. Si è poi accennato brevemente alle ricche collezioni di opere d’arte ora disperse; infine, documentati sono sia gli interventi neoclassici eseguiti su progetto di Pietro Tomba, sia i dipinti di Tommaso Minardi.

From Giovanni Battista Torri to Pietro Tomba:
the «noble design» of Palazzo Mazzolani in Faenza


The Faentine palace of the Mazzolani counts, an old Romagnol family resident in Faenza since the sixteenth century, is an extraordinary instance of building construction in the late seventeenth–century Romagna region. The discovery of numerous related documents in the Archivio di Stato di Ravenna has enabled the reconstruction of its architectural history as well as our gaining awareness, through the numerous unpublished project drawings (ground plans and preparatory studies of the architectural, painted and sculpted decoration) of the cultural value of this exemplar of provincial “Roman” architecture. It has thus been possible to assign the building design to the Bolognese architect Giovanni Battista Torri (1637–1706) and his studio (Carlo Perti), and its execution to a Ticino workforce (Morelli, Trifogli and others). An interpretation of the derivation of the design from models (palaces) in the capital is proposed not only with style comparisons — especially though not exclusively the classicizing works of Orazio Torriani and Domenico Paganelli — but also though the Mazzolani’s familial relations with important clans present in Rome (Spada and Ginnasi). Outstanding among the decorative works in the palace are those of the Bolognese stuccoers Giuseppe Maria Tinti and Antonio Martinetti from the Ticino, the Friuli stonemason Girolamo Bertos and the many painters, including Ercole Gaetano Bertuzzi. Briefly treated is the Mazzolani’s rich collection of works of art (now dispersed), while documentation is also presented both for the neoclassical–style decoration executed according to Pietro Tomba’s designs and for paintings by Tommaso Minardi.