Marco Camera: Una pisside stamnoide a figure nere dal deposito votivo di piazza San Francesco a Catania (Estratt odal Fasc. 33-34)

    

Una pisside stamnoide a figure nere, rinvenuta in stato estremamente frammentario, costituisce un unicum nel corpus ceramico del noto deposito votivo catanese di piazza San Francesco, ancora oggi il principale complesso archeologico relativo all’apoikia calcidese di Katane, fonte inestimabile per la conoscenza dell’artigianato locale e della vasta rete di contatti, estesa ai più importanti centri del mondo greco, intrattenuti dalla città in epoca arcaica e classica.

La forma vascolare e, soprattutto, la teoria di guerrieri armati a cavallo dipinta entro un ampio fregio, rimandano inequivocabilmente a prototipi corinzi; le caratteristiche morfologiche e la qualità dell’argilla, tuttavia, permettono di collocare l’opera nell’ambito dell’artigianato coloniale, ipotizzandone la produzione in un atelier catanese tra il primo ed il secondo quarto del VI secolo a.C.
Pur trattandosi di un pezzo isolato che ripropone un’iconografia ben codificata, le peculiarità della tecnica decorativa e l’originalità nella composizione rivelano la mano di un ceramografo dalla personalità artistica eclettica, in linea con la tradizione artigianale delle apoikiai d’Occidente, caratterizzata sin dagli esordi da una particolare propensione alla sperimentazione ed alla contaminazione di elementi di matrice eterogenea.
La pisside catanese, esito della rielaborazione di un patrimonio formale e iconografico che attinge non solo a una varietà di prodotti coevi allora circolanti in Sicilia, ma anche alla ben radicata tradizione locale, si presenta come una tardiva quanto straordinaria e singolare testimonianza di vitalità artistica della ceramografia siceliota d’età arcaica.

A black figure stamnoid pyxis from the Piazza San Francesco votive deposit in Catania

A black figure stamnoid pyxis is a one off in the well known votive deposit found in Piazza San Francesco in Catania. The vase was found in a completely fragmentary state. The deposit is to this day still the most important collection of archaeological finds from the Chalcidean apoikia of Katane. It’s an inestimably valuable source for any study of local production and the town’s vast commercial network. During the archaic andclassical periods this stretched as far as Greece’s main centres. Its vascular shape, and most of all its decoration of mounted warriors within a broad frieze, undoubtedlybring to mind Corinthian prototypes. Its form though, and the quality of the clay used to make it, mark it down as a local, colonial product. Hypothetically it would have been made in a Catanian workshop between the first and second quarter of the sixth century BCE. The unusual decorative motif and originality of the composition reveal that the potter had an artistically eclectic personality. Though one of a kind, the vase fits in with traditional production in the pottery workshops of Greece’s western apoikiai. From the outset they showed a particular leaning towards experimentation and a new interpretation of set forms. The Catanian pyxis is the result of a formal and iconographic heritage that takes inspiration from more than just the locally produced Sicilian pottery. It also draws on a deep rooted local tradition. It can be seen as a late but extraordinary and unusual trace of the artistic vitality of Sicilian potters during Archaic times.