Elena Ghisellini: Sull’uso di pietre colorate nell’Egitto tolemaico fra tradizione e innovazione (estratto dal fascicolo 37-38)

    

L’articolo offre una panoramica dell’uso delle pietre colorate nell’Egitto di epoca tolemaica e passa in rassegna le differenti classi di monumenti realizzati con tali materiali: edifici descritti dalle fonti letterarie o epigrafiche, monumenti funerari ed elementi architettonici, statue di re e regine, per le quali si propone una classificazione su base iconografica e stilistica, effigi di privati, basi di statue, immagini di divinità, sculture ideali, rilievi, prodotti della glittica. La rassegna evidenzia una realtà complessa e articolata, che rispecchia la natura multiculturale dell’Egitto lagide e il processo di integrazione in atto fra le due principali componenti etniche del paese, l’egiziana e la greco-macedone. La tradizione faraonica conserva, soprattutto nell’Alto Egitto, la sua vitalità e rimane sostanzialmente fedele ai suoi canoni iconografici e formali, codificati da millenni, pur accogliendo talora nella ritrattistica regale e privata motivi e attributi di matrice ellenica. Per contro, la produzione in pietre colorate di manufatti di stile greco risulta ancora sporadica e sembra avere un carattere essenzialmente sperimentale; tuttavia, accanto a manufatti che rivelano un certo impaccio nella lavorazione dei nuovi materiali, gli artisti greci sono in grado ben presto di creare opere di eccellente qualità formale, nel campo della scultura e specialmente nell’ambito della glittica.

The use of coloured stone in Ptolemaic Egypt, between tradition and innovation

This paper covers the use of coloured stone in Ptolemaic Egypt. The different types of monuments it is used for are listed. These include written descriptions of buildings or on inscriptions, funeral monuments and architectural elements, personal effigies, images of gods, idealised sculpture, reliefs, glyptics and statues of kings and queens. The latter have been classified by their iconography and style. A complex and articulated reality emerged. This mirrors the multicultural nature of Egypt at the time, with the country’s ongoing process of integration between its two main ethnic components, Egyptian and Macedonian Greek. Especially in Upper Egypt the Pharaonic tradition maintained its dynamism. On the whole it remained true to its iconographic and set canons. These had been laid down over thousands of years. Official and private portraits, however, did absorb some motifs and characteristics from the Hellenistic world. On the other hand the number of imitation Greek objects in coloured stone is very low, and would appear to be more like a kind of experimentation with the new style. In spite of this, though there are some fairly slapdash objects made from the new raw material, the Greek artists were soon turning out excellently refined pieces. This is the case with the sculpture, but especially true of the glyptic manufacture.