Cristina Quattrini: Ercole Orfeo Presutti da Fano, pittore dimenticato (estratto dal Fascicolo 39-40)

    

Ultimo pittore della dinastia fanese dei Presutti, Ercole Orfeo, pur essendo una figura minore (talvolta confusa con il padre Orfeo, talvolta nota come «Ercole Orfei») è un esempio interessante delle dinamiche artistiche fra i territori dello Stato Pontificio e Roma nel tardo Cinquecento e all’inizio del Seicento. Infatti, dopo aver lavorato a Leonessa e a Cascia, Ercole Orfei ricompare negli anni ottanta a Roma, dove nel 1584 realizza una perduta pala d’altare per la chiesa dei Santi Romualdo e Leonardo alla Lungara. La sua presenza nell’Urbe è probabilmente da mettere in relazione con quella del fratello Luca Orfei da Fano, calligrafo, copista e cantore della Cappella Sistina, durante il pontificato di Sisto V (1585-1590). Si può ipotizzare che sia stato proprio Luca ad introdurlo negli ambienti artistici romani. Difatti Ercole Orfei, attestato in rapporto con Romano Alberti detto il Nero e con lo scultore Tommaso Della Porta il giovane, nel 1596 viene ammesso nella Compagnia dei Virtuosi del Pantheon. Entra, inoltre, nella cerchia di Girolamo Muziano, come prova l’Adorazione dei pastori del 1593, commissionata per Sant’Agostino a Fermo dall’oratoriano Flaminio Ricci, quale copia fedele dell’Adorazione dei pastori del maestro di Acquafredda in Santa Maria ai Monti a Roma. Ercole Orfeo continua a lungo a lavorare per le Marche, dove lascia il San Francesco di Santa Maria del Suffragio a Fano, la cui datazione sembra da circoscrivere al 1619. Infine, si avanza, in questa sede, la proposta di attribuzione al pittore fanese di un’Adorazione dei pastori della Pinacoteca di Brera (in deposito presso la chiesa parrocchiale di Biassono) proveniente dall’eremo camaldolese di San Pietro sul Monte Conero: un dipinto costruito con motivi tratti da opere di Muziano, Durante e Cherubino Alberti.


Ercole Orfeo Presutti from Fano, a forgotten painter

 

Ercole Orfeo was the last in the family line of painters from Fano. Though only a minor figure, his story provides an interesting insight into the world of late 1500s and early 1600s art in the Papal States. He is sometimes confused with his father Orfeo, occasionally known as «Ercole Orfei». After working in Leonessa and Cascia he wound up in Rome in the 1580s. In 1584 he produced an altar piece for the Church of Saints Romualdo and Leonardo alla Lungara, since lost. He probably came to Rome thanks to his brother, Luca Orfei da Fano, a calligrapher, copyist and Sistine Chapel cantor, during the reign of Sixtus V (1585-1590). It’s possible that it was actually Luca that introduced his brother to Rome’s artistic circles. There is evidence that Ercole Orfei was in contact with Romano Alberti known as il Nero and the sculptor Tommaso Della Porta the Younger. In 1596 he was admitted to the Compagnia dei Virtuosi del Pantheon. He also entered the circle of Girolamo Muziano. In 1593 he produced Adoration of the Shepherds for the Church of Sant’Agostino in Fermo, commissioned by the Oratorian Flaminio Ricci. It is a perfect copy of the master artist from Acquafredda’s painting of the same name in the Church of Santa Maria ai Monti in Rome. Ercole Orfeo’s work in The Marches continued for decades. His Saint Francis, in the Church of Santa Maria del Suffragio in Fano, probably dates to around 1619. This paper proposes that the Adoration of the Shepherds in Brera’s Pinacoteca is by the same artist. Currently in storage in the parish church of Biassono, it originally hung in the Camaldolese heremitage of San Pietro on Mount Conero. The painting is a mix of the decorative styles of Muziano, Durante and Cherubino Alberti.