ANNA MELOGRANI: Pietro Toesca e la relazione ministeriale sull’Institut International de Coopération intellectuelle della Società delle Nazioni (1926)

    

La ricerca svolta all’Archivio Centrale dello Stato, tra le carte della Direzione Generale Antichità e Belle Arti, ha consentito il ritrovamento della prima relazione scritta da Pietro Toesca all’allora Ministro della Pubblica Istruzione, Pietro Fedele, sul ruolo del nascente organo della Società delle Nazioni, l’Institut International de Coopération Intellectuelle. All’incontro, svoltosi a Parigi nel 1926, lo studioso aveva partecipato come rappresentante dell’Italia; in luglio, a Ginevra, aveva preso parte a un secondo incontro riguardante l’inaugurazione dell’Office International des Musées e, l’estate seguente, i lavori della Sottocommisione di cui faceva parte si erano di nuovo svolti nella città svizzera. Dalla lettura dei documenti rinvenuti emerge il timore da parte delle autorità italiane di non riuscire a ottenere una posizione di primo piano nel dibattito culturale internazionale, al pari di altre nazioni. La corrispondenza tra Toesca e Berenson, conservata a Villa I Tatti, colma infine alcune lacune sulla tempistica di questi primi incontri internazionali ancora poco noti e chiarisce quali fossero gli ambiziosi progetti di Toesca per il nascente Istituto Nazionale di Archeologia e Storia dell’Arte.


Pietro Toesca and his ministerial report on the Institut International de Coopération Intellectuelle of the League of Nations (1926)

 

Among the papers of the Direzione Generale Antichità e Belle Arti, in the Central State Archives, a first report on the embryonic Institut International de Coopération Intellectuelle has come to light. This was a cultural organ of the League of Nations. The report was written by Pietro Toesca and addressed to Pietro Fedele, the then Minister of Education. The academic had represented Italy at a conference in Paris in 1926. In the July he took part in a second meeting in Geneva, this time concerning the establishment of an Office International des Musées. The following year the same sub commission, of which he was a part, met again in Geneva. From the papers that have come to light it appears clear that the Italian authorities feared that they wouldn’t manage to take a front row seat in the international cultural debate, alongside the other nations. The correspondence between Toesca and Berenson, housed in Villa I Tatti, fills some of the gaps over the still hazy timetabling of these first international meetings. They also shed light on Toesca’s ambitious projects for the embryonic Istituto Nazionale di Archeologia e Storia dell’Arte (National Institute of Archaeology and History of Art).