Franco Boggero - Chiara Masi: Nino Lamboglia e la salvaguardia del patrimonio artistico del Ponente ligure negli anni del secondo conflitto mondiale

    

Nel 1940, subito dopo la dichiarazione di guerra alla Francia e alla Gran Bretagna, la Soprintendenza alle Gallerie della Liguria è intenta a quelle “operazioni di salvataggio” del patrimonio artistico regionale che, avviate l’anno precedente, hanno riguardato in prima istanza i dipinti e le sculture del capoluogo.

Le notevoli difficoltà operative incontrate nella zona dell’estremo Ponente inducono il soprintendente Antonio Morassi ad affidare a un giovane archeologo di Imperia, Nino Lamboglia, lo smontaggio e la messa in sicurezza di alcuni preziosi e monumentali manufatti conservati a Pigna, un paese della val Nervia, situato nella zona di confine.
L’efficienza dimostrata da Lamboglia nella circostanza e in alcune altre occasioni gli consentiranno di gestire, con i drammatici sviluppi del conflitto e fino alla sua conclusione, una sorta di ufficio distaccato del Ministero presso quell’Istituto di Studi Liguri da lui stesso fondato nel 1937, che assumerà un ruolo prezioso e peculiare nel progresso degli studi storico-archeologici sull’area compresa tra l’Arno e l’Ebro.All’inizio del 1945, a qualche mese dalla fine della guerra, Lamboglia elabora un dettagliato resoconto di quanto ha potuto realizzare, in situazioni di assoluta emergenza, nella regione imperiese. Sulla scorta di questo testo, fino ad oggi inedito e qui trascritto per intero in Appendice, e del materiale fotografico prodotto contestualmente per documentare i salvataggi riemersi dall’archivio e dalla fototeca “storica” della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio della Liguria, gli autori intendono ripercorrere le fasi essenziali di una vicenda drammatica e non meno affascinante.

Nino Lamboglia and the preservation of the artistic heritage of the West Ligurian Riviera during the Second World War

In 1940 Italy declared war on France and Great Britain. Immediately afterwards the state body in charge of Liguria’s art galleries put in motion a “rescue operation” for the region’s artistic heritage. The project had started the previous year, initially focusing on the paintings and sculptures found in the regional capital.
The extreme logistical difficulties encountered along the Ligurian Riviera of Ponente led the Superintendent, Antonio Morassi, to entrust a young archaeologist from Imperia, Nino Lamboglia, with the task of dismantling and making safe some of the precious monumental heritage present in Pigna, a town in the Val Nervia, near the French border.
Lamboglia’s efficiency on this and other occasions meant that he was able to set up a sort of detached ministerial office within the Istituto di Studi Liguri, that he himself had established in 1937. It survived the dramatic evolution of the worldwide conflict right up to its end, going on to be a precious and atypical part of the evolution of historical and archaeological studies of the area between the Rivers Arno and Ebro.
In early 1945, before the end of the war, Lamboglia scripted a detailed account of all that he had managed to achieve. The situation around Imperia had been one of extreme emergency. All his notes, previously unpublished, can be found in the Appendix. They are accompanied by photographic evidence of the rescue operation from the Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio della Liguria’s photo library archives. In this way the writers hope to piece together the key events in a particular moment, as dramatic as it was intriguing.