Il piano, proveniente dalla collezione del secondo Duca di Westminster, Hugh Richard Arthur Grosvenor, è intarsiato in pietre dure su fondo di marmo statuario secondo una composizione geometrica tipica delle opere di questo genere eseguite poco dopo la metà del Cinquecento. Proprio in occasione dell’ultima vendita del “tavolino” si sono scoperti i numeri d’inventario, scritti a mano sul fondo del piano, relativi agli oggetti d’arte delle collezioni mediceo lorenesi, parte delle quali alienate dai Savoia poco dopo la metà dell’Ottocento. Grazie a tali numeri, messi a confronto con la documentazione archivistica coeva, è stato possibile scoprire che nel 1870 il piano fu venduto dall’amministrazione di corte a William Blundell Spence e da questi al duca di Westminster, ma non solo. Risalendo indietro negli anni, si è verificato che il mobile era stato puntualmente registrato in tutti gli inventari lorenesi e medicei fino alla sua prima collocazione nel Casino di San Marco, quando questa residenza era in uso a Francesco I de’ Medici. Si tratta quindi di un’opera commissionata dal Granduca ad un commettitore di pietre dure attivo presso la corte fiorentina, che si avvalse dei disegni di Vasari. Quest’ultimo, infatti, parla in più occasioni di tale genere di lavori, rammentando come egli stesso ne avesse disegnato almeno uno per il Duca di Firenze Cosimo I e un altro per il figlio di questi, il Principe Francesco de’ Medici.
A “table of joys” for Francis I de’ Medici
The tabletop was part of the collection of Hugh Richard Arthur Grosvenor, Duke of Westminster. The statuary marble base is inlaid with semiprecious stones. The geometrical pattern is typical of works of the kind manufactured in the second half of the 1500s. It had belonged to the Lorraine Medici collection and to the Royal House of Savoy: the court administration then sold it to William Blundell Spence. Recently, its original inventory numbers came to light, handwritten on the underside. Thanks to these numbers, confronting them with the contemporary archive documents, the story of the tabletop became clear. Going back through the years it had been accurately registered in all the Lorraine Medici inventories from the time of Francesco I de’ Medici, who had it placed in the Casino di San Marco, his town house in Florence. This would mean that a semiprecious stone craftsman, working at the Florentine court, was commissioned by the Grand Duke to manufacture the piece. To do so he worked from designs by Vasari. The latter often mentions this type of work, pointing out that he himself had designed at least one for the Duke of Florence Cosimo I, as well as another for his son, Prince Francis de’ Medici.