Paolo Venturoli: Il “gabinetto delle antichità” di S. M. Carlo Alberto (Estratto dal Volume Speciale: Il Medagliere del Palazzo Reale di Torino. Storia e restauro della Sala e delle Collezioni)

    

I mobili progettati da Pelagio Palagi e realizzati da Gabriele Capello (prima i quattro ai lati delle porte, poi i due sotto le finestre, infine i quattro ai lati delle finestre) dovevano conservare ed esporre - insieme alla collezione di monete, medaglie e sigilli - anche la raccolta di antichità di proprietà di Sua Maestà Carlo Alberto, che comprendeva gli oggetti preziosi provenienti dalle collezioni di Carlo Emanuele I, trasferiti nel Settecento nella “Camera di curiosità” del Palazzo dell’Università. Il gusto collezionistico secondo cui si esponevano sia oggetti antichi che moderni provenienti da ogni parte del mondo conosciuto, preziosi per la rarità della materia e per il virtuosismo delle tecniche esecutive, era lo stesso che aveva portato Pelagio Palagi a formare la proria collezione, oggi conservata presso il Museo Civico Medievale di Bologna, a sua volta modellata sul gusto collezionistico del cardinale Stefano Borgia.


His Majesty Carlo Alberto’s “gabinetto delle antichità”

The cabinets designed by Pelagio Palagi and built by Gabriele Capello (first the four next to the doors, then the two under the windows, and finally the four next to the windows) were also meant to contain and display — together with the collection of coins, medallions and seals — His Majesty Carlo Alberto’s collection of antiquities, which comprised precious objects from the collections of Carlo Emanuele I that were transferred to the “Camera di curiosità” in Palazzo dell’Università in the 18th centruy. This taste or style of collecting, according to which one displayed both antique and modern objects from all over the known world, precious due to the rarity of the material as well as for the virtuosity of its technical execution, was the same as that which prompted Pelagio Palagi to form his own collection, today preserved in Bologna’s Museo Civico Medievale, which in turn was modelled after the collection of Cardinal Stefano Borgia.