Abstract dal Volume Speciale LA CATTEDRALE DI ANAGNI - Materiali per la ricerca, il restauro, la valorizzazione

    

Questo volume esce a conclusione di un lungo ed articolato ciclo di opere per la manutenzione, il restauro, la conservazione e la valorizzazione del complesso della Cattedrale di Anagni e del suo immediato intorno.
Tale circostanza, per la dimensione, estensione, rilevanza, varietà e singolarità degli interventi attuati, richiama quelle analoghe dei restauri condotti alla fine sia degli anni ’30 che degli anni ’50.
In concomitanza di tale momentaneo epilogo della “fabbrica” della Cattedrale si è voluto fare un consuntivo del lavoro svolto, con una disamina delle problematicità indagate e la proposizione di spunti per ulteriori indagini.
Da qui deriva l’articolarsi dell’iniziativa che spazia dalle ricerche archeologiche sul sito dell’antica arx anagnina alle strutture altomedioevali precedenti la fondazione del vescovo Pietro, dalla grande impresa edilizia del vescovo fondatore ai complessi impianti ecclesiastici e palaziali riferibili ai Caetani, per arrivare, attraverso il succedersi delle modificazioni attuate nel tempo sino ai giorni nostri. Si è inoltre voluto mostrare come sia possibile esplicare positivamente una cultura della salvaguardia e recupero di quei valori storici, artistici e culturali che sono principale patrimonio comune della collettività mediante una stretta collaborazione interdisciplinare tra studiosi, restauratori e progettisti. 
Il testo introduttivo di Giorgio Palandri (con allegata una scheda tecnica dei restauri recentemente eseguiti su parte del prospetto principale della chiesa) descrive origini, caratteri e finalità dell’iniziativa editoriale, fornisce una sintesi dei vari studi, propone una descrizione analitica del compendio monumentale, in relazione con il contesto fisico nel quale è inserito e nel confronto con le osservazioni avanzate dai vari autori.
Il contributo di Sandra Gatti dà ampio conto degli esiti delle più recenti indagini archeologiche eseguite nell’intorno del complesso della Cattedrale mentre le appendici di Luca Bressanello e Rachele Frasca, a corredo dell’intervento della suddetta autrice, relazionano più in particolare sui reperti rinvenuti nel corso delle indagini medesime.
Cristiano Mengarelli pone l’attenzione su quegli elementi del compendio che appartengono alla fase storica immediatamente precedente alla fondazione del vescovo Pietro tra XI e XII secolo. Il contributo di Mengarelli si completa con quello della Gatti che lo precede, in quanto ambedue incentrati su aspetti della storia del sito meno conosciuti perché inficiati da ridotta visibilità e per altro noti essenzialmente sulla base di studi specialistici.
Donatella Fiorani indaga le diversa proprietà fisiche del componente elementare della costruzione - il blocco di pietra ed il suo letto di giacitura - nella relazione che lo stesso stabilisce con gli elementi contigui; l’autrice conduce di fatto un’indagine sulle fasi e sulle logiche costruttive del manufatto architettonico e ricostruisce il presumibile percorso storico di come si è venuta a formare la struttura.
Marina Pennini stila un particolareggiato rapporto delle osservazioni effettuate nel corso dei recenti restauri sugli apparati decorativi e di finitura dell’edificio, basandosi essenzialmente sul dato materiale che rappresenta il fulcro principale dell’indagine e inesauribile fonte di informazioni.
Veronica Piacentini delinea una veduta panoramica della città come se fosse un diorama temporale con cui vengono illustrati i modi morfologicamente e tipologicamente fondativi della forma urbis.
Tanto Alessio Monciatti che Maria Teresa Gigliozzi affrontano l’argomento del sistema architettonico - urbanistico costituito dall‘articolarsi dell’edificato di carattere civile dei complessi palaziali anagnini che si sono sviluppati in immediato rapporto formale e funzionale con il complesso vescovile e la sede papale. Più in particolare la Gigliozzi analizza le peculiarità di questi ultimi, confrontandole con quelle degli altri principali ed analoghi insediamenti papali tra Lazio ed Umbria nel corso del XIII secolo.
Saverio Urcioli propone una disamina sui riferimenti tipologici, programmatico-culturali ed ideologici, che sostengono l’azione fondativa ed edificatoria del vescovo Pietro  tra XI e XII secolo: si fa riferimento all’origine e alle analogie dei modelli, alle relazioni con il contesto storico e geografico di pertinenza, alle congruenze tra la costruzione attuata ed il programma originale, alla definizione delle fasi costruttive, al rapporto tra le parti significative del complesso ecclesiastico, alla trama dei percorsi e delle funzioni.
Lorenzo Cappelletti e Lorenzo Bianchi rileggono il significativo impianto di immagini ed iscrizioni presenti all’interno del vano di passaggio e collegamento tra la cripta di S. Magno, l’oratorio di S. Tommaso Becket e la scalinata di raccordo con l’aula ecclesiastica superiore, allo stato attuale poco più che un ordinario disimpegno o vestibolo del quale, invece, si recupera così l’originale significato devozionale nonché funzione rituale e se ne riqualifica il ruolo in relazione alla cripta e all’oratorio.
Nel secondo intervento di Saverio Urcioli si ripercorrono le vicende che hanno portato al costituirsi e consolidarsi di quelle componenti volute dai Caetani e dallo stesso Bonifacio di cui è  improntata una parte importante dell’intero edificio: vengono studiati da un punto di vista sia storico, che sociale, ma anche politico, ed infine artistico, la cappella “Caetani”, successiva all’originario titolo familiare come cappella “Lauri”, e soprattutto il suo monumento funerario nel confronto con la vicina edicola esterna, con l’obbiettivo di restituire la conoscenza dei presupposti, delle ragioni, delle logiche e delle condizioni che ne hanno sotteso la realizzazione.
Nei progetti e negli interventi descritti da Marcello Bruni ed Amedeo Malatesta si rendono noti gli studi e i progetti con i quali si è concretizzata in quest’ultimo decennio l’azione di recupero, restauro e rifunzionalizzazione del complesso della cattedrale, proiettando nel futuro l’idea di ciò che questo luogo “esige d’essere”.
 Don Angelo Ricci, infine, evidenzia le problematiche che si originano dal misurarsi con questo importante sito monumentale: il “Conservare”, il “Restaurare”, il “Riusare”, il “Ricercare”, il “Mostrare” - si potrebbe aggiungere il “Conoscere” come loro precedente implicito ed imprescindibile - sono momenti fondativi dei possibili programmi futuri ed asse strutturante del “Fare” attuale.

The Cathedral of Anagni. Materials for research, restoration and conservation

This volume is the result of a lengthy and wide–ranging programme of maintenance, restoration, conservation and recuperation of the complex of the Cathedral of Anagni and its immediate environs. In the scale, extension, significance, variety and uniqueness of the measures carried out, the programme recalls similar programmes of restoration conducted in the late Thirties and Fifties.
To mark the momentous conclusion of the Cathedral’s restoration, it was decided to publish a survey of the work carried, including an examination of the problems it posed, and proposals for further studies. The result is a publication that ranges from archaeological research on the site of the ancient arx (acropolis) of Anagni (the ancient Anagnia) to the early medieval structures preceding the cathedral’s foundation by Bishop Pietro, from the great building enterprise he promoted to the ecclesiastical and palatial building complexes attributable to the Caetani family, to the successive alterations made to the complex through the centuries and the state of the Cathedral in our own time. The aim was also to show how positive expression could be given to a culture of conservation and renovation of those historical, artistic and cultural values that are the common heritage of society through close interdisciplinary collaboration between scholars, restorers and planners.
The introduction by Giorgio Palandri (with an appendix containing a technical report on the restorations recently carried out on part of the main façade of the church) describes the origins, characteristics and aims of the publication, summarises the various studies, and provides an analytical description of the monumental complex, both in relation with the physical context in which it is incorporated and in the light of the observations made by various authors.
The contribution of Sandra Gatti describes the results of the more recent archaeological investigations conducted in the immediate environs of the Cathedral complex, that testify the presence of two big architectonical structures in opus quadratum on the utmost point of the site, in all probability two Roman temples, one of which incorporated in the Cathedral. The accompanying appendices of Luca Bressanello and Rachele Frasca report more in detail on the archaeological finds recovered in the course of this excavation campaign.
Cristiano Mengarelli focuses on those elements of the site that belong to the historical phase immediately preceding the foundation of Bishop Pietro between the eleventh and twelfth century. His contribution forms an essential complement to that of Sandra Gatti, since both authors focus on less familiar aspects of the history of the site (because obscured by reduced visibility or essentially known on the basis of specialist studies). Donatella Fiorani investigates the diverse physical properties of the basic component of the building — the block of stone and its bedding — in the relation it establishes with its contiguous elements. She analyses the successive phases and techniques of the architectural structure and reconstructs the presumable historical process of how it was formed.
Marina Pennini provides a detailed report on the findings made in the course of the recent restoration of the building’s decorative elements and its embellishment, based essentially on the material data that represent the main focus of the investigation and an inexhaustible source of information.
Veronica Piacentini draws a survey of the town as if it were a chronological diorama illustrating the changing morphology and typology of the forma urbis.
Both Alessio Monciatti and Maria Teresa Gigliozzi discuss the civil architecture exemplified by the medieval palace complexes in Anagni, their architectural system, their incorporation in the urban fabric, and their development in immediate formal and functional rapport with the episcopal complex and the papal seat. More particularly, Gigliozzi analyses the peculiarities of these latter in comparison with other similar papal residences in Lazio and Umbria during the thirteenth century.
Saverio Urcioli analyses the typological, cultural and ideological presuppositions that underlie Bishop Pietro’s foundation between the eleventh and twelfth century. He traces the origins of his building programme, identifies the models on which it was based, and elucidates the relations with the historical and geographical context to which it belongs. The conformities between the building as realised and its original project, the definition of the building phases, the relation between key parts of the ecclesiastical complex, its layout and functions, are also discussed.
Lorenzo Cappelletti and Lorenzo Bianchi re–interpret the important ensemble of images and inscriptions visible inside the passage–like room that links the crypt of San Magno, the oratory of St. Thomas Becket and the staircase leading up to the upper church. In its current state this is little more than a vestibule. But the authors recover its original devotional and ritual significance and underline its important role in relation to the crypt and to the oratory.
In a second intervention Saverio Urcioli reviews the events that led to the foundation and consolidation of those components commissioned by the Caetani and by Pope Boniface VIII himself that constitute an important part of the whole building. The so–called “Caetani” chapel, which succeeded its original family title as the “Lauri” chapel, is studied from an historical, social, political and artistic point of view. In particular, Urcioli studies its funerary monument and compares it with the nearby external aedicula with the aim of reconstructing the presuppositions, motives, and conditions that gave rise to its realization.
Marcello Bruni and Amedeo Malatesta describe the various investigations and projects in which the recuperation, restoration and renovation of the cathedral complex have been conducted over the last decade, projecting into the future the idea of what this building “demands to be”.
Don Angelo Ricci, lastly, discusses the problems posed, and the objectives pursued, by the renovation of this important monumental site: “conserving”, “restoring”, “reusing”, “researching”, “displaying” — one might add “knowing” as their implicit and indispensable condition — are the paramount concerns of current practice and the essential premises for possible future programmes.