Mons. Lorenzo Loppa: Premessa (dal volume speciale: LA CATTEDRALE DI ANAGNI. Materiali per la ricerca, il restauro, la valorizzazione)

    

Da poco tempo abbiamo celebrato il nono centenario della morte di San Pietro da Salerno, vescovo di Anagni († 1105), fondatore della Cattedrale di Santa Maria Annunziata di cui aveva visto il termine dei lavori pochi mesi prima (1104).
Nei suoi più che nove secoli di storia il «fiore vivo di pietra che sfida secoli e uragani …» (don Armando Trisinni) ha subito una continua «evoluzione» per via di interventi che, nel tempo, ne hanno modificato parzialmente la struttura, ne hanno permesso la conservazione e hanno cercato di riportare la «Fabbrica di Pietro» al primitivo splendore. L’ultimo, importante intervento di restauro, all’inizio del Terzo Millennio, è terminato il 1 ottobre 2006 e restituisce in pieno alla meravigliosa creatura la capacità di tornare a suggestionare. Il volume speciale della Rivista Bollettino d’Arte del ministero per i Beni e le Attività culturali, stampato dall’Istituto poligrafico e Zecca dello Stato, dal titolo La Cattedrale di Anagni. Materiali per la ricerca, il restauro, la valorizzazione, sigilla e rischiara il lungo, complesso e articolato ciclo di interventi nell’ultimo segmento di tempo non solo sulla Cattedrale, ma sull’intero complesso monumentale.
Un sapiente antico ha lasciato scritto: «Ogni popolo ha la propria religione, ogni religione ha il suo culto, ogni culto ha il proprio luogo sacro».
Dio, di per sé, lo si può incontrare ovunque perché «i cieli e la terra sono pieni della Sua gloria». Ma, fin dai tempi antichi, l’uomo ha scelto dei luoghi di culto particolari. Con l’avvento del Cristianesimo e con la pace costantiniana le chiese hanno cominciato a sollecitare il genio e la potenzialità creatrice, la fede e la pietà dei popoli. Il Medioevo, in modo particolare, ha visto la fioritura “esplosiva” dei tanti luoghi di culto che punteggiano ancora oggi i paesaggi della nostra Europa. La Cattedrale di Santa Maria Annunziata è uno di questi fiori. Uno dei più belli. La Cattedrale è la chiesa principale di una Diocesi, dove il vescovo ha la sua sede o “cattedra”. L’importanza liturgica e pastorale della chiesa cattedrale è stata messa in risalto dal Concilio ecumenico Vaticano II, che ha insistito molto sul servizio del vescovo come guida delle comunità cristiane che formano la chiesa locale o particolare: «Il vescovo deve essere considerato come il grande sacerdote del suo gregge: da lui deriva e dipende in certo modo la vita dei suoi fedeli in Cristo. Perciò tutti devono dare la più grande importanza alla vita liturgica della diocesi che si svolge intorno al vescovo, principalmente nella chiesa cattedrale, convinti che c’è una speciale manifestazione della Chiesa nella partecipazione piena e attiva di tutto il popolo santo di Dio alle medesime celebrazioni liturgiche, soprattutto alla medesima eucaristia, alla medesima preghiera, al medesimo altare cui presiede il vescovo circondato dai suoi sacerdoti e ministri» (SC, 41). La teologia liturgica ci ricorda che c’è una stretta correlazione tra le celebrazioni della chiesa e il modo con cui la chiesa percepisce sé stessa e il suo mistero. Di conseguenza, possiamo aggiungere che c’è un nodo strettissimo tra la struttura di un edificio sacro, la sua architettura, gli elementi celebrativi e la fede e il genio di chi l’ha costruita, nonché del popolo che vi si raduna.
Le cattedrali, soprattutto quelle europee, furono anticamente veri centri di fede, di arte, di cultura e di vita. Lo straordinario gioiello che è la Cattedrale di Santa Maria Annunziata canta la fede e la speranza della comunità cristiana di Anagni. Ha accompagnato la città nelle alterne vicende della sua storia, liete e tristi. Possiamo dire è l’anima, la memoria, la sentinella de “La Città dei Papi”. Questo Volume speciale racconta l’ultimo tratto di un percorso che ha restituito luce al suo volto.
Ringrazio il Ministero per i beni e le attività culturali per la pubblicazione del volume.
Mi preme ringraziare i curatori e gli autori per la competenza e la passione che hanno profuso nella loro fatica e nel loro impegno.
La mia gratitudine va anche al Direttore Regionale per i Beni Culturali e paesaggistici del Lazio, ing. Luciano Marchetti.
Ringrazio altresì la Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio del Lazio che ha curato direttamente parte dei lavori di restauro, affiancando il Capitolo della Cattedrale in quelli di sua competenza.
Formulo una speranza: che la luce riverberata dalle pietre bianche della Cattedrale di Santa Maria Annunziata continui a narrare la storia e la fede di un popolo che «Dio ha chiamato dalle tenebre alla sua ammirabile luce» (1 Pt 2, 9).