Gert Kreytenberg: Il concetto scenico nell’opera scultorea di Arnolfo di Cambio (Estratto dal volume speciale: Arnolfo di Cambio: Il monumento del cardinale Guillaume De Bray dopo il restauro)

    
 

Il contributo pone in evidenza un elemento caratteristico e molto importante dell’opera dello scultore che, nell’architettare i monumenti li concepisce come una sorta di rappresentazione di tipo teatrale, in cui i personaggi e le architetture sono in relazione colloquiale fra di loro, sia concettualmente che emotivamente. Secondo l’autore la vicenda a cui partecipano i personaggi del sepolcro De Bray è quella della praesentazio animae, in cui i Santi Marco e Domenico presentano alla Vergine l’anima del defunto cardinale, che la Vergine a sua volta raccomanda al Figlio divino, per introdurla alla vita celeste, motivo tradizionale dell’arte funeraria. La particolare innovazione scenica di Arnolfo consiste nell’aver ideato un insieme in cui le figure sono messe tra loro in relazione, di gesti e di sguardi, attraverso l’architettura, che è funzionale allo svolgimento della vicenda narrativa. Allo stesso modo analizza anche altre opere di Arnolfo, come il Monumento Annibaldi, il Presepe di Santa Maria Maggiore, la facciata di Santa Maria del Fiore, mettendo le sue ipotesi ricostruttive a confronto con quelle di altri studiosi.


Gert Kreytenberg underlines a feature that is characteristic and very important in the sculptor’s work. In designing his monuments, Arnolfo conceived them as a kind of theatrical mise–en–scène, in which the figures and the architecture are in colloquial relation with each other, both conceptually and emotionally. The sacred event in which the figures of the De Bray tomb participate, according to Kreitenberg, is that of the praesentatio animae, in which Saints Mark and Dominic present the soul of the deceased cardinal to the Virgin; she in turn recommends his soul to her divine Son, to introduce him into heavenly life, traditional motif of funerary art. Arnolfo’s particular scenic invention consists in having devised an ensemble in which the figures interact, in gesture and glance, through the architectural staging of the narrative event. From the same interpretative point of view, the author analyzes other works of Arnolfo, such as the Annibaldi tomb, the Crib in Santa Maria Maggiore, and the façade of Santa Maria del Fiore, comparing his proposed reconstruction of these monuments with the hypotheses of other scholars.