Regina Poso: La cultura del restauro pittorico in Puglia nella seconda metà del XIX secolo

    

Estratto dal volume speciale: STORIA DEL RESTAURO DEI DIPINTI A NAPOLI E NEL REGNO NEL XIX SECOLO. Atti del Convegno internazionale di studi, Napoli, Museo di Capodimonte, 14-16 ottobre 1999

Nel corso del secolo XIX l’assenza di documentazione ha reso problematico dedurre analisi e metodi d’intervento sul restauro delle opere d’arte mobili che attestino rapporti tra Napoli e la Puglia. Dopo l’Unità d’Italia, invece, gli scambi tra Istituzioni governative e Commissioni conservatrici pugliesi documentano con lettere, relazioni, perizie ed altro alcuni aspetti dei restauri attuati sulle opere d’arte mobili. Si conoscono pittori-restauratori locali chiamati per periziare collezioni private, o valutare lo stato di degrado di un dipinto ed eventualmente intervenire con operazioni di restauro (Samuele Tatulli, Luigi Stabile, Michele Galiani, Domenico Primavera). Dall’inizio del XX secolo le Istituzioni ricorreranno a restauratori professionisti, provenienti da altri territori, che sperimenteranno la loro abilità per salvare gli affreschi medievali della Cattedrale di Nardò (Pietro Lecconi Principi di Roma), gli affreschi di Santa Maria del Casale a Brindisi e quelli di Santa Caterina a Galatina (Domenico Brizzi di Assisi) ed i mosaici di Casaranello (Italo Bichi e Lorenzo Bettaccini dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze). Questi casi non determineranno, almeno fino agli anni Sessanta del ’900, una uniforme politica di salvaguardia e di corretta operatività sul patrimonio pittorico, che sarà piuttosto abbandonato o affidato a maldestri operatori.

The culture of pictorial restoration in Apulia in the second half of the nineteenth century

Lack of documentation has made it difficult to analyse or deduce methods of intervention in the restoration of movable works of art attesting to relations between Naples and Apulia in the earlier nineteenth century. After the unification of Italy, however, exchanges between government institutions and Apulian commissions for conservation document, in the form of correspondence, reports, appraisals and the like, some aspects of the restorations conducted on movable works of art. We thus know the names of local painter-restorers called to appraise private collections, evaluate the state of deterioration of a painting and, if necessary, restore it (Samuele Tatulli, Luigi Stabile, Michele Galiani, Domenico Primavera). From the beginning of the twentieth century the institutions had recourse to professional restorers coming from other territories, who tested their skills and techniques in salvaging the medieval frescoes of the Cathedral of Nardò (Pietro Lecconi Principi from Rome), the frescoes of Santa Maria del Casale at Brindisi and those of Santa Caterina at Galatina (Domenico Brizzi from Assisi) and the mosaics of Casaranello (Italo Bichi and Lorenzo Bettaccini of the Opificio delle Pietre Dure in Florence). But these cases did not determine, at least until the 1960s, a uniform policy of safeguard and proper conservation of the pictorial heritage, which continued to be abandoned or entrusted to inexpert restorers.