Laura Giusti: Il restauro ottocentesco degli affreschi di Donnaregina a Napoli

    

Estratto dal volume speciale: STORIA DEL RESTAURO DEI DIPINTI A NAPOLI E NEL REGNO NEL XIX SECOLO. Atti del Convegno internazionale di studi, Napoli, Museo di Capodimonte,14-16 ottobre 1999

Il restauro del ciclo di affreschi trecenteschi della chiesa napoletana di Santa Maria Donnaregina Vecchia fu effettuato tra il 1877 e il 1878. La metodologia e le tecniche dell’intervento conservativo sono ricostruibili nel dettaglio attraverso l’esame comparato dei documenti e dei carteggi relativi all’intervento, delle fotografie pubblicate nel 1899 da E. Bértaux e dell’osservazione puntuale dello stato di conservazione dei dipinti effettuato nel corso del restauro del 1981–1986. Nel 1876 la chiesa fu individuata come sede del Museo Civico, e l’anno successivo una commissione di esperti elaborò un progetto di restauro degli affreschi, che ancora oggi colpisce per l’accuratezza dell’elaborazione. L’intervento fu affidato a Francesco Autoriello, pittore, insegnante all’Accademia di Belle Arti di Napoli ed illustratore del volume Studi sui Monumenti dell’Italia Meridionale (1871), di Demetrio Salazar, consistette nella pulitura con mollica di pane, nel consolidamento e nell’attintatura degli intonaci, operazioni queste affidate ad un ‘valente stuccatore’. L’integrazione pittorica, assolutamente non prevista in una prima fase progettuale, fu poi limitata alla sola ricostruzione delle modanature architettoniche che inquadrano le singole scene. L’intervento si mostra in linea con le coeve metodologie conservative elaborate da Giovan Battista Cavalcaselle, che puntavano alle semplice conservazione e si opponevano al restauro amatoriale.

The nineteenth century restoration of the frescoes of Donnaregina

The restoration of the fourteenth century frescoes in the Neapolitan church of Santa Maria Donnaregina Vecchia was conducted between 1877 and 1878. The methods and techniques used in the restoration can be reconstructed in detail through a comparative examination of the documents and correspondence relating to it, the photographs published by E. Bértaux in 1899 and the detailed observation of the state of conservation of the frescoes conducted in the course of the most recent restoration in 1981–1986. In 1876 the church was identified as the site for the prospective Museo Civico, and in the following year a commission of experts drew up a project for the restoration of the frescoes, which even today is striking for the meticulousness of its formulation. The intervention was assigned to the painter Francesco Autoriello, a teacher at the Accademia di Belle Arti in Naples and illustrator of Demetrio Salazar’s Studi sui Monumenti dell’Italia Meridionale (1871). It was to consist in cleaning with bread crumbs, consolidation and distempering of the plaster; these operations were to be assigned to an expert stuccoer (‘valente stuccatore’). Only later was pictorial integration, not envisaged at all in the preliminary planning phase, countenanced, but it was limited to the reconstruction of the architectural mouldings that frame the individual scenes. The restoration as a whole conformed with the contemporary methods of conservation formulated by Giovan Battista Cavalcaselle, which aimed at simple conservation and were firmly opposed to amateur restoration.