Elisabetta Guiducci, Luisa Morozzi, Giorgio Palandri: Nota introduttiva (dal volume speciale: LA CATTEDRALE DI ANAGNI. Materiali per la ricerca, il restauro, la valorizzazione)

    

Il Volume che si presenta descrive il lungo percorso delle scelte attuate tanto dal Capitolo della Cattedrale di Anagni che dalla Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio del Lazio per il restauro, la conservazione e la valorizzazione del complesso monumentale, compresi gli edifici contigui strettamente connessi, in una complessa realtà di percorsi, di funzioni, di spazi.
Più in dettaglio, nel Volume si affronta lo studio del sistema urbanistico–architettonico, improntato sull’articolarsi dei complessi palaziali che affiancano il corpo della Cattedrale e delle sue pertinenze, con riferimento al modello insediativo della sede papale a Roma.
Con l’uscita di questo Volume — ma già si pongono le basi per una nuova pubblicazione che seguirà lo svolgimento di ulteriori fasi di ricerca e progettuali in via di attivazione, anche perchè — oltre ai nuovi ritrovamenti — rimangono  nodi problematici nell’interpretazione di alcune vicende della Cattedrale che non hanno trovato al momento una soluzione univoca o riscontri incontrovertibili — si spera di contribuire alla riscoperta di un edificio di grande importanza storica per una migliore comprensione della sua  realtà materiale, architettonica, espressiva e funzionale, comprensione che contribuisce alla valorizzazione e alla conoscenza di un patrimonio artistico di altissima qualità e valore.
È stato dunque possibile realizzare un siffatto lavoro su questo sito monumentale, grazie alla sinergia dei soggetti, il Capitolo della Cattedrale ed il Ministero per i Beni e le Attività Culturali attraverso i suoi uffici periferici, che operano per un comune interesse, come è avvenuto in questo caso, nell’intento di perseguire il progetto di restauro e valorizzazione della Cattedrale e del suo complesso. Esso fa seguito all’ultimo importante intervento – sempre per la cura del Ministero medesimo – sul grandioso apparato pittorico costituito dalle pitture murali della Cripta, ad opera del cantiere dell’Istituto Centrale per il Restauro concluso nel 1994.
I diversi soggetti coinvolti nell’ impresa, ciascuno per le proprie competenze, sono confluiti nell’auspicata prospettiva di ristabilire una più congruente ed organica condizione del complesso monumentale. Si è trattato, infatti, di interventi di tale ampiezza e rilevanza, possibili solo quando si verificano condizioni di grande collaborazione e sinergia di intenti.
Per la situazione laziale si è riusciti ad attuare una siffatta metodologia di intervento e di impresa. L’auspicio è che diventi un modo di operare più “metodicizzato”, ovvero che questa forma di collaborazione, frutto di un’occasionale circostanza, si traduca in modo sistematico, tale da convergere in un modus operandi standardizzato per valorizzare un contesto più ampio, di più largo raggio.
La Cattedrale di Anagni, monumento simbolo di una civiltà che ancora oggi testimonia la grandezza di un periodo storico, costituisce un importante fulcro di irradiazione sul territorio di valori e interessi collegati. È importante considerare queste situazioni particolari che sono scaturite dagli importanti interventi di restauro e valorizzazione di siti monumentali, come nel caso qui trattato, che esulano dalla realtà locale vuoi per densità di interessi vuoi per molteplicità di interrelazioni con il contesto territoriale. Esse possono costituire un volano per riversare sul contesto circostante dinamiche di valorizzazione più complesse anche di tipo economico, nell’ottica di un progetto di crescita culturale della realtà territoriale laziale.
La maglia urbanistica che si stringe attorno alla cattedrale, sede privilegiata della corte pontificia nel Duecento, con edifici religiosi strettamente relazionati con il complesso della cattedrale, il sistema palaziale che comprende le fabbriche papali, vescovili e canonicali, sono tutte realtà che auspicabilmente, tramite uno studio predisposto ad hoc, possono essere ricucite in un percorso che si snoda all’interno di questa parte importante della struttura urbana costituitasi nel medioevo ad Anagni, essenzialmente per iniziativa papale e soprattutto ad opera di Bonifacio VIII.
A seguito degli importanti lavori di restauro, effettuati nel corso di quest’ultimo decennio e che hanno interessato tutto il complesso della Cattedrale, si aprono nuove prospettive: la fabbrica è emersa come realtà unitaria, indivisibile, un microcosmo, anche museologico, complesso e di prestigio. Da questo punto di partenza potrà scaturire il collegamento con la realtà urbanistica circostante, in un sistema relazionale di reciproco vantaggio e scambio sotto il profilo culturale ma anche sotto il profilo dell’incremento e vantaggio turistico; si ritiene insomma di poter prospettare lo sviluppo e consolidamento di itinerari turistico–culturali indirizzati anche al tessuto circostante del territorio laziale il quale risulta punteggiato da emergenze culturali e artistiche altrettanto prestigiose e interessanti, quali, ad esempio, il sistema dei monasteri, delle relative “grancie”, delle romite, ecc.
Di un’impresa di questa portata si è ritenuto opportuno fornire adeguata informazione attraverso la pubblicazione speciale del Bollettino d’Arte — per i tipi del Poligrafico dello Stato — quale significativa testimonianza dell’attenzione costante rivolta alla salvaguardia e alla conoscenza del nostro patrimonio culturale e alla sua divulgazione. E questo avviene a poca distanza dal momento in cui questa Amministrazione si accinge a celebrare il centenario dell’insediamento del Consiglio Superiore dei Beni Culturali, nonché i cento anni di attività della Rivista istituzionale del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, fondata nel 1907 presso la Direzione Generale di Antichità e Belle Arti.