Ulrike Gawlik: Osservazioni sul taccuino da viaggio di Raffaele de Vico in visita ai giardini zoologici di Monaco e Lipsia (Estratto dal Fascicolo 19-20)

    

Paragonando gli edifici dei giardini zoologici di Monaco, Lipsia e Roma, si scorgono varie somiglianze. Nel 1938 è documentato un viaggio di studio in Germania di Raffaele de Vico con il direttore dello zoo di Roma Lamberto Crudi e il direttore del Servizio tecnico Giuseppe Lepri. È in questa occasione che l’architetto romano realizza un taccuino, ancora esistente nell’archivio privato della sua famiglia, contenente schizzi, note e fotografie come promemoria per l’ampliamento dello zoo di Roma.
A Monaco, nel giardino zoologico Hellabrunn inaugurato nel 1911, Raffaele de Vico ha l’opportunità di vedere gli edifici di Emanuel von Seidl, ma anche gli esiti del nuovo modello di “zoo geografico” messo a punto da Heinz Heck in occasione della riapertura dello zoo avvenuta dopo la Prima Guerra Mondiale, nel 1928. Le suggestioni sono evidenti paragonando l’ingresso romano ai nuovi reparti dello zoo con l’accesso tedesco, il progetto dell’Aviera per gli uccelli d’alto volo con i padiglioni tedeschi a grata per scimmie, tigri e puma e, infine, la pianta rotonda della Casa degli elefanti progettata all'inizio degli anni Quaranta, con quella ellittica a Monaco.
A Lipsia, de Vico studia gli esiti dell’ampliamento del giardino zoologico (1927-1935) disegnato dall’architetto dell’ufficio tecnico comunale di Lipsia, Carl James Bühring. Il probabile modello per il progetto del Rettilario romano (1933-1934) è l’Acquario-Terrario dello zoo tedesco in stile Liberty (1911-1913), mentre per l’unità formata dalle Uccelliere di de Vico (1934), incastonate in una scalinata che collega la parte vecchia dello zoo con la nuova zona d’ampliamento, è il complesso formato dalla Casa degli elefanti (1926) e dalle Voliere per gli uccelli d’alto volo realizzato da Bühring. Per la Voliera dello zoo di Roma lo spunto sono le costruzioni ingegneristiche dei giardini zoologici di Lipsia e Monaco, ma anche i manufatti cupolati dei gasometri del Novecento presenti in Germania e in Italia.

Observations on Raffaele de Vico’s travel notebook during a visit to the zoological gardens of Munich and Leipzig

If one were to compare the buildings in the zoological gardens of Munich, Leipzig and Rome, a number of similarities would become apparent. In 1938 Raffaele de Vico, together with the director of the Rome zoo, Lamberto Crudi, and the director of the zoo’s technical services, Giuseppe Lepri, tooks a study trip to Germany. The Roman architect kept a notebook, still in his family’s private archive, in which he sketched and took notes and photographs as an aide–memoire for the planned expansion of the Rome zoo.
While visiting Hellabrunn Zoological Garden in Munich, inaugurated in 1911, de Vico had an opportunity to see Emanuel von Seidl’s buildings, as well as the results of the new “geographical zoo” put in place by Heinz Heck in 1928, part of the renewed and re–opened Munich zoo following the first World War. The influence is apparent in the entrance to the new departments of the Rome zoo; it is also apparent in the design for the Aviary for high–flying birds when compared to the German caged pavilions for monkeys, tigers and puma. In addiction, the round plan for the Casa degli Elefanti designed in the early 1940s also demonstrates German influence, in particular the elliptical elephant structure in Munich.
In Leipzig, de Vico studied the expansion of its zoological garden (1927–1935) designed by Carl James Bühring, an architect in the local municipal technical office. The probable model for the Rome House of Reptiles (1933–1934) is the Art Nouveau Aquarium–Terrarium in the Leipzig zoo (1911–1913), while we can look at the complex form of the House of the Elephants (1926) and the Aviary for high–flying birds designed by Bühring for inspiration for the unified form of de Vico’s Aviary (1934) set at the top of a large staircase which led to the newly enlarged part of the zoo.
The source for the Rome aviary seems to be the engineering constructions for the zoological gardens in Leipzig and Munich, but also the domed industrial gasometers built in the twentieth century, both in Germany and Italy.