Elena Berardi: L’Archivio Fotografico della Direzione Generale Antichità e Belle Arti: genesi ed evoluzione del “Fondo MPI” (Estratto dal fascicolo 22-23)

    

Lo studio descrive il contesto di riferimento nel quale prese avvio la formazione del Fondo MPI, un fondo fotografico di 300.000 stampe formatosi in circa un secolo di attività presso la Direzione Generale Antichità e Belle Arti del Ministero della Pubblica Istruzione e conservato oggi presso l’Istituto Centrale per il Catalogo e della Documentazione del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo.
Nel corso della propria attività il Fondo MPI subì fasi alterne di fortuna: a periodi in cui fu oggetto di grande interesse da parte soprattutto di studiosi che, in molti casi, si adoperarono per incrementarne la consistenza, se ne alternarono altri di pressoché totale dimenticanza.
Certamente una delle fonti più consistenti di incremento per l’Archivio fu costituita dalle pubblicazioni per le quali venivano prodotte fotografie a corredo di saggi e articoli. Con la nascita nel 1907 del Bollettino d’Arte del Ministero della Pubblica Istruzione venne formalmente richiesta l’adozione di tale procedura già contenuta nella circolare del 2 ottobre 1906 che il Ministro Rava aveva indirizzato ai direttori di gallerie, musei e scavi e agli uffici regionali per la conservazione dei monumenti, nella quale raccomandava l’uso di fotografie a corredo dei contributi.

Insieme all’analisi dei materiali fotografici, è stata parallelamente condotta una ricerca sistematica delle carte conservate presso l’Archivio Centrale dello Stato appartenute alla Direzione Generale Antichità e Belle Arti e acquisite dall’ACS in occasione di successivi versamenti. Si tratta di una preziosa documentazione in cui si evince l’interesse ministeriale verso la fotografia e il ruolo di privilegiato strumento di documentazione ad essa conferito.

Dall’intreccio di ricerca tra documentazione fotografica e archivistica emerge un quadro di grande interesse che consente di utilizzare nuove chiavi di accesso alla lettura di uno straordinario corpus che si connota come uno dei fondi più ricchi di suggestioni storiche e culturali tra i molti che nel tempo, e con modalità diverse di approdo, sarebbero confluiti nell’ICCD.


The Photographic Archive of the Direzione Generale Antichità e Belle Arti: Genesis and Evolution of the “Fondo MPI”

The study describes the background to the formation of an archive of 300,000 photographs known as the Fondo MPI – a process that reflects almost a century of activity by the Direzione Generale Antichità e Belle Arti del Ministero della Pubblica Istruzione – now conserved in the Istituto Centrale per il Catalogo e della Documentazione (ICCD) del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo in Rome.
Historically, the Fondo MPI has undergone alternate phases, from periods when it was the object of intense interest above all on the part of scholars who, in many instances, contributed to augmenting its scale and coherence, to others when it was relegated to almost complete oblivion.
Certainly one of the most consistent sources for the enhancement of the Archive has been the publication of essays and articles for which photographs were produced as illustrations. With the 1907 creation of the
Bollettino d’Arte del Ministero della Pubblica Istruzione a formal request for the general adoption of this procedure was made, a point already present in the circular of October 2, 1906 from Minister Luigi Rava to the directors of galleries, museums, archaeological sites, and regional bureaus for the preservation of monuments, in which he recommended that photographs be used as illustrations for publications.
Together with the analysis of photographic materials, parallel systematic research was carried out on documents in the Archivio Centrale dello Stato (ACS) generated by the Direzione Generale Antichità e Belle Arti and acquired by the Archivio in successive deposits. This is valuable documentation recording ministerial interest in photography, and the assertion of its potential as an ideal tool for documentation.
From the interlinking of research on the photographic and archival documentation, an intriguig image emerges. The resulting data furnishes new keys to access and interpret an extraordinary body of work, which, among the many collection that have gradually and by various means converged in the ICCD, stands out as one of the richest and most historically and culturally significant.