Claudio Varagnoli: La chiesa della Regina Pacis a Ostia nei progetti di Giulio Magni

    

Il progetto per la chiesa della Regina Pacis ebbe inizio nel 1916, grazie all’azione di Paolo Orlando, il fondatore della “nuova Ostia” e il cardinale Vannutelli, vescovo e cardinale Decano del Sacro Collegio. La conclusione della Prima Guerra Mondiale impresse una svolta nel cantiere. Fin dall’inizio, infatti, disegni e documenti indicano l’edificio come “chiesa votiva”, da erigere per dare seguito alle preghiere a favore della pace. Il 21 giugno 1919 si ebbe la posa della prima pietra, ma l’inaugurazione avvenne solo nel 1928, anche se la chiesa, finanziata in parte dai fedeli, non era del tutto conclusa.
Autore del progetto e direttore dei lavori è Giulio Magni (1859–1930), di cui restano 152 disegni, che illustrano le fasi di progettazione e soprattutto quelle esecutive. I disegni rivelano come Magni sia partito da una precisa idea progettuale che viene mantenuta con poche variazioni fino alla fase esecutiva.
La critica ha sempre rilevato nella Regina Pacis una tendenza conservatrice che la caratterizza come un’occasione mancata. I riferimenti stilistici appaiono in effetti in quest’opera più marcati che in altre occasioni. L’impostazione generale dell’edificio richiama i grandi modelli dei secoli XVI e XVII dell’architettura romana. Nella cupola si nota un evidente riferimento al modello cortonesco di San Carlo al Corso, né mancano altri riferimenti al filone classicista del barocco. Molto evidenti, infine, le derivazioni dalle architetture di Giuseppe Valadier, a cui Magni era legato anche per motivi di parentela. Tuttavia, Magni cerca una possibilità di sviluppo del barocco attraverso la sua semplificazione e la sua riduzione a elementi razionali. La chiesa di Ostia è una delle prime chiese romane che abbandona il riferimento agli stili del medioevo e anticipa progetti di Gustavo Giovannoni, Cesare Bazzani e Armando Brasini. Anche la scelta dei materiali da costruzione, mattone e travertino, guarda alla tradizione romana, ma anche alle esperienze internazionali, rivelando la grande apertura culturale e la perizia tecnica di Magni.


The Church of the Regina Pacis in Ostia in Giulio Magni’s planning projects

Thanks to the initiative of Paolo Orlando, the founding father of the “New Ostia”, and Cardinal Vannutelli, Bishop and Deacon of the Sacro Collegio, construction of the Church of the Regina Pacis began in 1916. The end of the First World War marked a turning point in its construction. From the outset, drawings and documents refer to the building as a “votive church”, erected to follow up prayers for peace. The first stone was laid on June 21, 1919. Its inauguration didn’t take place until 1928 although in actual fact, the church, in part financed by its congregation, still hadn’t been completed. Giulio Magni (1859–1930) had drawn up the project and supervised its construction. There are still 152 drawings of the church, illustrating the design phases, foundations and the church itself. The drawings reveal how Magni started from a precise idea. He stuck to his original design with little variation during its construction. Critics have always pointed out that the conservative leanings of the Regina Pacis design could be seen as a missed opportunity. The architect’s stylistic references in this work appear more marked than on other occasions. The general layout of the building recalls the great Roman architectural models of the sixteenth and seventeenth centuries. The dome has an evident reference to Cortona’s version in the Church of San Carlo al Corso. Classicist trends of Baroque architecture can be found in many details. There are also evident derivations from the architecture of Giuseppe Valadier, Magni’s close ancestor. Magni tries to create a development of the Baroque, by simplifying and reducing it to rational elements. The church of Ostia is one of the first Roman churches that abandons any reference to styles of the Middle Ages, anticipating projects by Giovannoni, Bazzani and Brasini. The choice of the building materials, brick and travertine, takes its lead from the Roman tradition, but also international influences, revealing Magni’s great cultural openness and technical expertise.