STEFAN MORÉT – SIMONETTA PROSPERI VALENTI RODINÒ: Pacetti collezionista di disegni

    

Sebbene per tutta la sua vita Pacetti si dedicò al commercio di statue antiche e materiale archeologico, che vendette ai più celebri collezionisti del suo tempo, per lo più stranieri, egli dimostrò sempre un grande interesse per i disegni, sia quelli di figura che studi di architettura, che raccolse in grande quantità durante tutta la sua vita. Il nucleo più importante della sua raccolta di grafica fu quello del suo maestro Bartolomeo Cavaceppi, lasciato da questi in testamento all’Accademia di San Luca: nell’aprile del 1800 il nostro fece di tutto per acquistare quello splendido insieme di100 volumi, con un procedimento non troppo limpido, essendo egli Presidente di quell’Accademia, a seguito di una società fatta con il banchiere Torlonia, fatto che lasciò un’ombra pesante sulla sua onestà, procurandogli tanti dispiaceri. Dalla lettura dei Giornali di Pacetti emerge con chiarezza che lo scultore amò moltissimo i disegni, al punto che, venuto in possesso della raccolta Cavaceppi, si prodigò per tutta la vita per accrescerla, acquistando fogli dei maggiori artisti antichi (Guercino, Carracci, Testa, Cavalier d’Arpino e molti disegni di architettura) e a lui contemporanei: tra i molti ricordiamo Benefial, Batoni, Mengs, Cades, Corvi, Cavallucci. La maggior parte di questi studi Pacetti li ricevette in dono da artisti suoi amici, o da collezionisti e mercanti, altri li ebbe in cambio di pezzi archeologici e molti li acquistò lui stesso, a dimostrazione del suo costante interesse per questa materiale che conservò gelosamente per tutta la vita. Nonostante tale attaccamento, la collezione venne venduta dal figlio Michelangelo Pacetti nel 1848 al museo di Berlino, dove costituisce tutt’ora il più significativo nucleo di disegni italiani dei secoli XVI-XVIII del Kupfertstichkabinett, mentre un altro nucleo, alienato in precedenza, è confluito nelle raccolte del Martin-von-Wagner Museum di Würzburg.

 

Pacetti as a drawings collector

 

Although he dedicated his long career to the trade in antiquities, which he sold to the most famous and largely for-eign collectors of his day, Pacetti demonstrated a sustained interest in drawings — both figural and architectural —, which he amassed in large quantities over the course of his lifetime. The most important in his collection were draw-ings formerly owned by his teacher Bartolomeo Cavaceppi, who had bequeathed them in his will to the Accademia di San Luca. In April 1800 in a maneuver that, given his position as Principe of that Academy, can only be described as underhand, Pacetti did his utmost to personally acquire Cavaceppi’s splendid collection of 100 volumes by means of a partnership he formed with the banker Torlonia. The circumstance left a smear on his reputation that was to bring him no end of grief. From a close reading of his Giornali, the sculptor’s particular passion for drawings clearly emerges; after obtaining the Cavaceppi group Pacetti strove in every way possible to enlarge his collection, acquiring sheets by the most impor-tant old masters (Guercino, Carracci, Testa, Cavalier d’Arpino, and many architectural drawings) and contemporary artists, among them Benefial, Batoni, Mengs, Cades, Corvi, and Cavallucci. Most of these he received as gifts from his artist friends, or from collectors and art dealers, while others he acquired in exchange for archaeological pieces; still others he purchased himself, demonstrating an unceasing interest in this material that he jealously conserved till the end of his life. Despite this attachment, the collection was sold in 1848 by his son Michelangelo to the Berlin Museum, where it still constitutes the most significant core of XVIth–XVIIIth–century Italian drawings in the Kupfert-stichkabinett. Another group, sold earlier, is now in the Martin–von–Wagner Museum in Würzburg.