Maurizio Berri, Lee Bimm: Villamena pittore? Un contributo al dibattito alla luce di nuove scoperte (Estratto dl fasc. 120)

    

Nel corso dei secoli si sono perse le tracce di una possibile attività pittorica di Francesco Villamena, precedente e collaterale alla sua nota attività di incisore, malgrado esplicite testimonianze in tal senso riportate da diverse fonti a partire dal XVII secolo, peraltro prive di sicuri riscontri. Il lavoro di ricerca degli estensori del presente articolo, si propone di dare un contributo alla soluzione positiva dell’enigma.
Due sono le scoperte che stanno alla base di questo contributo: il ritrovamento sul mercato antiquario romano del dipinto della Collezione di Luciano Bonaparte che riproduce, in ogni minimo dettaglio, la “famosa” incisione del Villamena intitilata ‘La Baruffa di Bruttobuono’ e che, secondo una tradizione consolidata riportata dal Nagler, sarebbe stato l’unico dipinto conosciuto del noto incisore; l’identificazione nella Royal Collection di Windsor Castle di due sanguigne che, come si dimostra nel testo, costituiscono i disegni preparatori del quadro de ‘La Baruffa di Bruttobuono’. In particolare la prima delle due costituisce proprio quel disegno «di una baruffa di sassi capricciosa» che il pittore contemporaneo Giovanni Baglione asserisce di aver visto nel corso di una sua visita allo studio di Villamena. L’articolo prende in esame inoltre gli altri cinque quadri antichi fino ad oggi ritrovati aventi ad oggetto la medesima “Baruffa”, due dei quali in importanti raccolte museali (Palazzo Venezia a Roma e Residenzgalerie a Salisburgo): dal confronto emerge la prova che solo il quadro recentemente rinvenuto sul mercato romano può essere appartenuto alla Collezione Bonaparte, grazie alla esatta corrispondnza delle sue misure con quelle descritte nel catalogo di vendita dell’asta di Londra che disperse nel 1816 gran parte della sua collezione.

Villamena painter? A contribution to the debate in the light of new discoveries

The putative activity of Francesco Villamena as a painter, prior to and coeval with his well-documented activity as an engraver, has been lost in the course of the centuries. Yet that he was active as a painter is explicitly testified by various sources from the seventeenth century onwards, though uncorroborated by definite proof. The authors of the present article propose to furnish such proof.
Two discoveries provide the basis for their contribution: first, the finding on the art market in Rome of a painting formerly in the collection of Lucien Bonaparte (brother of the emperor) that reproduces, in the greatest detail, Villamena’s “famous” engraving entitled La Baruffa di Bruttobuono and that, according to a well-consolidated tradition reported by Nagler, was the one painting known to have been painted by the famous engraver. The identification of two red-ochre drawings in the Royal Collection of Windsor Castle provide further confirmation of this proposal. As the authors demonstrate, they are the preparatory drawings for the painting of La Baruffa di Bruttobuono. In particular, the first of them represents the drawing “di una baruffa di sassi capricciosa” that the contemporary painter Giovanni Baglione asserts he had seen during a visit to Villamena’s studio.
The article also examines the five period paintings so far identified as having as their subject the same Baruffa engraved by Villamena, two of them in important museum collections (the Palazzo Venezia in Rome and the Residenzgalerie in Salzburg). A comparison between them demonstrates that only the painting recently discovered on the art market in Rome can have belonged to the Bonaparte Collection, thanks to the exact correspondence of its measurements with those in the sale catalogue for the public auction in London that dispersed a large part of the collection in 1816.