Roberto Cecchi: Editoriale

    

Il Bollettino d’Arte ha celebrato nel 2007 il suo primo secolo di vita, che lo ha visto passare attraverso fasi differenti, pur mantenendo la propria inconfondibile fisionomia. La sesta serie della rivista, iniziata nel 1979, è stata la più longeva ed è quella che ha indubbiamente introdotto i più profondi rinnovamenti, che l’esperienza dei trent’anni appena passati ci autorizza a definire anche particolarmente fruttuosi.
Sono cambiamenti che hanno investito in primis la veste grafica a partire dalla copertina, con cui il periodico si è presentato, introducendo la “finestra” con un’immagine che funge da richiamo visivo ai testi, aprendo così la strada ad un nuovo modo di presentarsi delle riviste specialistiche. Anche l’uso del colore nelle fotografie che illustrano gli articoli è sempre più diffuso, così come l’introduzione di grafici esplicativi, di tabelle e documentazioni scientifiche (radiografie, stratigrafie, diagrammi), a corredo delle tematiche sempre più specialistiche delle indagini legate alla conservazione e alla tutela.
Inoltre, la sesta serie ha introdotto una novità fondamentale nell’attività della rivista, affiancando ai fascicoli del periodico una sorta di collana parallela, costituita da Supplementi e Volumi Speciali, con la cadenza di uno o due l’anno, realizzati per raccontare eventi particolarmente significativi su manufatti o complessi artistici, oltre a raccolte di saggi dedicati a temi specifici.
Parallelamente, sono cresciuti l’apprezzamento e l’interesse del pubblico nei confronti della rivista; non solo tra gli studiosi e gli specialisti, ma anche tra gli appassionati e cultori delle materie trattate che vanno dall’archeologia all’arte moderna.
Proprio per venire incontro a questa insopprimibile esigenza di diffusione e visibilità e per garantire una migliore regolarità nella pubblicazione, si è deciso di varare una nuova serie della rivista, di cui questo è il primo fascicolo.
rimangono invariate le caratteristiche della serie precedente, dalla periodicità trimestrale dei fascicoli, all’appuntamento annuale con un volume speciale.
E soprattutto rimane invariato lo spirito e l’impegno del
Bollettino d’arte come strumento d’elezione del Ministero per i Beni e le Attività culturali per lo studio e la conoscenza del patrimonio della nazione. Con un’assunzione di responsabilità rinnovata per garantire che la nostra Amministrazione continui ad avere  questa voce autorevole, puntuale e capace d’essere un interlocutore. Nella consapevolezza che il patrimonio culturale, nella sua accezione più ampia, dimostra di possedere un carattere identitario in grado di rappresentare una prospettiva sociale ed anche economica.